Chi siamo: la nostra attualità, la nostra storia

Siamo innanzitutto un’associazione, ossia un gruppo organizzato di persone. Siamo un particolare tipo di associazione composta di fedeli laici (= “laici” non nel senso di “non credenti” ma semplicemente nel senso di non clericis ossia di persone non appartenenti agli ordini sacri). Più precisamente, quando si parla di Confraternite, si tratta di associazioni pubbliche della Chiesa Cattolica (ossia compiono i propri fini per mandato ufficiale delle autorità ecclesiastiche, e li compiono a favore di tutti, non solo degli associati). Lo scopo peculiare e caratterizzante delle Confraternite è l’incremento del culto pubblico nei termini e modi appena descritti. A seconda del tipo di confraternita, ognuna di esse ha poi obiettivi, carismi e spiritualità specifici. L’identità delle confraternite trinitarie si può riassumere nel motto “Gloria alla Trinità e liberazione all’uomo schiavizzato” liberazione che secondo il nostro stile avviene attraverso amore a Dio ed ai fratelli, con coerenti opere di carità (non solo di umana compassione) e di misericordia sia spirituale che materiale.

Con queste premesse, nella Serravalle del 1532 venne fondata la originaria Confraternita di San Giovanni Battista che poco tempo dopo la propria costituzione chiese di aggregarsi alla “famiglia” della Santissima Trinità, non a caso ma perché questa è dedita in modo specifico all'assistenza in senso lato dei pellegrini e dei prigionieri. Il nostro borgo all’epoca è uno dei tanti crocevia di viandanti, commercianti, truppe, ecc., nonché località dell’entroterra che intrattiene scambi con Genova da dove giungono notizie di atti di razzia e pirateria che l’intera società dell’epoca cercava di fronteggiare con apposite, periodiche spedizioni aventi l’obiettivo di liberare chi era caduto (caso classico) nelle mani dei Saraceni che infestavano le acque del Mediterraneo. In loco si cercava quindi di dare alloggio a chi transitava, di portare conforto ai detenuti del carcere civico, di raccogliere fondi con cui riscattare chi era stato catturato dai corsari.

Cosicché con Patente del 26 maggio 1609 essa si aggregò all'Arciconfraternita “casa-madre” della Santissima Trinità dei Pellegrini e Convalescenti di Roma. Per effetto di tale aggregazione mutò quindi il proprio titolo, anteponendo quello della Santissima Trinità a quello originario di San Giovanni Battista, che veniva comunque conservato in aggiunta. Con Decreto del Procuratore Generale dell’Ordine religioso della Santissima Trinità, il 23 novembre 1698 essa venne poi pure aggregata direttamente al proprio omonimo istituto religioso. Questi atti canonici sono tutt’ora vigenti e numerosi simboli -presenti sia in Oratorio che in abiti ed oggetti- lo indicano.

La nostra associazione (qualcuno la chiama ancora compagnia da cum-panis ossia colui con cui si condivide qualcosa) viene popolarmente detta “dei Rossi”, dal colore dell'abito portato dai Confratelli in occasione di determinate funzioni religiose (non è un costume per cortei storici): simbolicamente il rosso indica la regalità di Cristo ed il fuoco della carità. Non si poteva chiedere di meglio quale colore-segno.

Dopo le soppressioni napoleoniche, le attività confraternali poterono ricominciare a partire dall’estate 1815, e si sono protratte fino al presente… ma per poter avanzare nel Terzo Millennio occorre che siano rivitalizzate secondo l’antica esperienza, per non restare solo memoria senza prospettive. La Confraternita si sta attualmente interrogando sul proprio futuro fatto di tante sfide contemporanee e vissuto quotidianamente in un centro storico multietnico, dove non mancano appelli ad intervenire per rimuovere le diverse forme di disagio sociale e di emarginazione che costituiscono le odierne schiavitù.